Diventare genitori implica quel complesso processo relazionale e dinamico in cui si impara a rispondere in maniera sufficientemente adeguata ai bisogni dei propri figli e a prendersi cura di loro.
Quali sono le funzioni genitoriali
La genitorialità è una funzione complessa, che tiene conto di vari aspetti psicologici, emotivi e relazionali. Nessuna persona è realmente preparata a diventare genitore, proprio in virtù del fatto che si comincia ad esserlo al momento in cui si instaura un rapporto con il neonato e la relazione si sviluppa e si evolve con la crescita dei bambini; in pratica si cresce con i propri figli.
Cosa si intende per genitorialità?
Diventare genitori implica quel complesso processo relazionale e dinamico in cui si impara a rispondere in maniera sufficientemente adeguata ai bisogni dei propri figli e a prendersi cura di loro. Non c’è una modalità univoca nell’essere genitori o un manuale d’istruzioni, proprio perché, essendo la relazione con ciascun bambino un’esperienza unica che si costruisce giorno dopo giorno in base alle fasi e ai bisogni che si presentano, un genitore sufficientemente buono, per usare la definizione di Donald Winnicot, deve essere in grado di rispondere a tali bisogni, dare limiti quando serve, capire le esigenze e le difficoltà dei bambini, accettando al tempo stesso le proprie paure e preoccupazioni che l’essere genitori comporta. Crescere dei figli implica, altresì, la capacità di provvedere a loro emotivamente, normativamente e materialmente per consentir loro di esprimere al meglio la loro personalità, le loro attitudini e la loro autorealizzazione e garantirgli la possibilità di crescere in un ambiente il più possibile stabile e sicuro.

Un modello di parenting
Visentini (2006) cerca di fornire un modello di riferimento del parenting individuando diverse funzioni:
- funzione protettiva e cioè la capacità di rispondere al bisogno di protezione e accudimento del bambino, ciò che Bowlby definisce “base sicura”
- funzione regolativa e cioè la capacità del genitore di regolare ed organizzare l’esperienza emotiva dei del bambino
- funzione normativa, ovvero la capacità di fornire regole e limiti che forniscano al bambino un contenimento
- funzione predittiva e cioè la capacità del genitore di anticipare e facilitare il passaggio dei figli allo stadio evolutivo successivo e accompagnarli nella crescita
- funzione predittiva e cioè la capacità del genitore di anticipare e facilitare il passaggio dei figli allo stadio evolutivo successivo e accompagnarli nella crescita
- funzione affettiva, ossia la capacità di entrare in sintonia con le emozioni del bambino
- funzione rappresentativa e cioè la modificazione della rappresentazione interna del proprio ruolo sociale, familiare e relazionale
- funzione significante, ovvero fornire un “contenitore” all’interno del quale il bambino inizia a dare un senso e un significato alle sensazioni, alle azioni e ai bisogni del bambino
- funzione triadica, ossia la capacità di far entrare il bambino nella relazione genitoriale e di costruire un’alleanza basata sulla cooperazione, sulla fiducia e sul sostegno reciproco.
Cosa succede quando i genitori non sono in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni dei figli?
Come abbiamo detto la genitorialità è una funzione complessa e non ci sono dei modi giusti o sbagliati in assoluto per esprimere in modo sufficientemente adeguato la propria relazione con i figli, proprio perché le dinamiche e le interazioni familiari sono uniche e caratterizzate da molte sfaccettature e ogni bambino è una persona con dei bisogni specifici, una propria affettività ed emotività, tuttavia decidere di fare dei figli ci mette di fronte ad una responsabilità genitoriale sia giuridica che morale; non essere in grado di esercitare in maniera sufficientemente adeguata la propria funzione di genitore espone i bambini a rischi evolutivi, problemi psico-fisici, relazionali ed emotivi.

Cosa succede quando i genitori si separano?
La separazione è un evento critico che scuote l’intero sistema familiare che è chiamato a ridefinire confini e relazioni in una nuova forma; è fondamentale elaborare la fine della coppia e i vissuti negativi che tale rottura porta con sé, pur mantenendo, nell’interesse dei figli, un’adeguata relazione genitoriale basata sulla fiducia reciproca, il rispetto e la co-genitorialità. Ci si separa dal partner come coppia, ma non si può smettere di essere genitori insieme! Accade spesso, tuttavia, che nelle separazioni altamente conflittuali l’incapacità di elaborare i sentimenti negativi nei confronti dell’altro genitore, il desiderio di rivalsa, l’incapacità di mettere al centro i bisogni dei bambini possano portare a gravi conseguenze nella relazione tra genitori e figli o addirittura, nei casi più gravi, ad ostacolarne la relazione con uno dei due. Quando ci si trova di fronte al rischio che il benessere psico-fisico dei bambini possa essere compromesso a causa dell’inadeguatezza dei comportamenti dei genitori, il giudice può disporre una valutazione delle competenze genitoriali, proprio per comprendere se l’elevata conflittualità tra ex coniugi o la difficoltà di mettere al centro i bisogni dei propri figli o i comportamenti inadeguati di uno o di entrambi i genitori, espongano i bambini ad un rischio per la loro crescita ed il loro equilibrio psicologico, emotivo e relazionale.
Ricordiamoci che la Legge 54/2006 ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico il concetto di bi-genitorialità e cioè il diritto per i figli di mantenere una relazione continuativa con entrambi i genitori e le rispettive famiglie d’origine anche a seguito di separazione e divorzio e che vede nell’affido condiviso la regola, con la sola eccezione che tale soluzione sia contraria all’interesse dei minori e li esponga a rischi evolutivi.
Per approfondimento, consulta la sezione sul coordinatore genitoriale: